Il mondo altrove è una creazione coreografica in forma di rituale danzato, che celebra secondo una
logica scenica il moto di un mondo inesplorato.
Nel tracciare un percorso ideale tra Occidente e Oriente, il lavoro è liberamente ispirato ai rituali indigeni
dell'America del Sud, ai simboli e alle tradizioni del teatro Nō giapponese, e all'ossessiva, per certi
versi mistica ed eccentrica ricerca musicale del compositore Giacinto Scelsi intorno all'idea sferica del suono.
Dalla porta centrale - che domina lo spazio e cela un altrove - avanzano quattro figure
sciamaniche finemente adornate per condurre una cerimonia magica e senza tempo.
Il movimento dei corpi e i lineamenti dei loro volti - velati e riconfigurati secondo canoni estranei alla cultura occidentale
- custodiscono e offrono al nostro sguardo il rituale di una possibile tradizione altra,
agito all'interno di un confine circolare che delimita uno spazio ancora attribuibile al sacro
e che raccoglie l'esito di una convivenza armonica tra habitat naturale e azione umana.
L'azione è pensata al crepuscolo, abbracciata dalle cromie lucenti dell'oro, del ciano e del porpora,
per sciogliersi in un dialogo gestuale notturno, espressione di sostegno vicendevole, dono perpetuo, comunione universale e celeste.
Di fronte a questo linguaggio fisico siamo invitati a decifrare i “geroglifici” di questa civiltà
ignota, selvatica e capovolta; siamo ospiti chiamati a un esercizio di superamento del confine
di ciò che conosciamo, scoprendoci stranieri tra gli stranieri. Accogliere un mondo nuovo
e aprirci a un sistema ignoto significa entrare in contatto, senza gerarchie precostituite,
con la poesia di segni muti e opachi, sia che appartengano al mondo animale, al mondo
vegetale o a una qualsiasi cultura alternativa. Accettando la messa in discussione di qualcosa
di sé e ritrovando la propria umanità nel riflesso dell'incontro.
