O | proiezione dell'architettura ossea
anno: 2011

azione e creazione: Nicola Galli
produzione: Urbanica Festival, Teatro Julio Cortazar

creazione scelta per la lista Anticorpi eXpLo 2012 - Network XL

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Superficie vertebrale, rettilineo, salita e discesa.
Continua transizione tra due punti, arco di congiunzione.
Pudico scricchiolio osseo, liquido sinoviale compresso.
Massima estensione e flessione articolare, finecorsa. Condizionamento operante fisico: minor superficie occupata - massima concentrazione proiettata, riorganizzazione dell'architettura portante.
Tracciato di presenza permanente, postuma. Codice morse.
Approssimazione grafica del suolo attraversato.

O | proiezione dell'architettura ossea è una breve performance che fa parte del progetto MDV, assieme all'installazione corporea prime visioni sottocutanee e all'installazione OSSO.
Il performer si muove su una piattaforma quadrangolare agendo sulla massima estensione e compressione delle singole articolazioni.
Lo spazio bianco e quadrato, analizzato secondo lo studio sulla proporzione umana e lo sviluppo naturale della spirale logaritmica, viene interpretato nella sua semplicità: una geometria statica caratterizzata dalla ripetizione di quattro lati eguali e quattro angoli uguali.
Il corpo disegna segmenti e figure che segnano la morbida superficie ricoperta di pluriball, attraverso il peso proiettato al suolo durante l'esecuzione. Il continuo passaggio del performer rilascia un residuo grafico e sonoro, accelerando la visione futura dell'endoscheletro.

Nicola Galli

"[...] O | proiezione dell'architettura ossea di Nicola Galli si potrebbe definire un'esplicazione pratica e analitica del movimento del corpo umano. Una forma di danza analitica è, per dirla con le parole di un'illustre studiosa americana, Sally Banes, un tipo di danza che richiama l'attenzione sul movimento e sull'attività fisica "in maniera quasi scientifica". Il rimando in questo caso si addice alla lettera, perché l'assenza di una partitura sonora esterna è colmata da quella "interna", corporea, prodotta dall'esecuzione naturale del movimento, dalle escursioni motorie che tendono a mostrare né più né meno la materia di cui siamo fatti e le relazioni interne tra i pieni e i vuoti; tra i liquidi e l'aria, i muscoli e le articolazioni.
In una sorta di preambolo, Nicola Galli, infatti, isola ed esegue in successione il movimento di testa, mani, gomiti. Semplici ed essenziali, questi gesti non passano "inosservati" al nostro ascolto, producono ciascuno il suo rumore senza bisogno di amplificazioni. Puro suono di articolazioni in moto. Lo stesso, poi, è riprodotto, anzi, "proiettato" a terra quando il corpo comincia a disegnare sulla superficie piena di bollicine figure coreografiche limpide e precise, calcolate nello spazio al millimetro, essenzialmente geometriche ma che sanno sciogliersi anche in frangenti legati in maniera più fluida.
Diversamente, qui non è il corpo, all'interno, a creare i suoni, ma essi sono dati dalla relazione del corpo con lo spazio esterno, dallo scoppio delle bolle di aria al suo passaggio.
Nicola Galli scolpisce lo spazio intorno a sé con grande rigore, controllando attentamente la tensione muscolare mentre danza sul e con il pavimento. Possiamo sentire, calcolare – e anche rintracciare visivamente se volessimo, dopo la performance – ogni centimetro della superficie attraversata dal suo peso."

Renata Savo [ "Waiting for DNA" - www.scenecontemporanee.it ]


"[...] Galli mette in atto un’operazione di scarnificazione del corpo, eliminando progressive stratificazioni, prima epidermiche e poi muscolari, per poter approdare all’impalcatura scheletrica e sondarne con precisione chirurgica le potenzialità. É un processo che procede dai confini dell’oggetto corporeo alla sua struttura interna al fine di rendere quest’ultima pregnante, farla emergere e realizzarne una traduzione visuale nello spazio esterno. Si assiste dunque a un sistema che contempla sul piano performativo una sinergia di vuoti e di pieni, di interno ed esterno, di densità e di assenza.
[...] Il performer adotta un materiale coreografico, chiaramente mutuato dalla sua formazione di ginnasta, che si scansiona e si inanella in parcellizzazioni destrutturanti e strutturanti degli arti e del busto e in stasi asettiche ma tensive; un materiale coreografico destinato a lasciare un'eco. L’eco, come modalità di orientamento e di visualizzazione dell’impalcatura scheletrica nello spazio, lo ravvisiamo sia nel suono, prodotto dall’atto performativo sul pluriball e amplificato naturalmente dalla sala dell’opificio, che nel tracciato grafico, portato in evidenza dalle cellule di aria compressa esplose. Un percorso segnico del corpo quest’ultimo, silenzioso e invisibile data la trasparenza del pluriball e la distanza spaziale dello spettatore da esso.
In tal senso, il gesto iniziale di Galli di farsi scrocchiare le ossa delle mani, orma al contempo visiva e sonora che segna il suo ingresso nel riquadro, viene incorporato per poi riemergere divaricato sul versante uditivo e ottico. Tale procedimento di paratassi e di potenziamento dei livelli che costituiscono la performance è ben esplicitato dal linguaggio scientifico, plurisemantico e ambivalente, dei titoli e dei testi che accompagnano i lavori dell’artista.
Un’ulteriore prova del modo in cui si dispiega la scrittura coreografica di Galli è fornita dall’installazione audiovisiva Potenziamento oftalmico vibrazione psichedelica visione luminosa, dove le immagini della performance, presentata all’opificio, si alternano e si evolvono secondo un ritmo allucinatorio in altrettante immagini con segni grafici, matematici, linguistici, con forme geometriche, radiografie del cranio, riferimenti ad Escher; il tutto immerso in un tessuto sonoro meccanico, da videogame, che ricorda lo stesso frantumarsi delle ossa. In questo scontro di rimandi, al termine della performance, il pluriball scoppiato sembra riecheggiare nella maglia del performer ricoperta di piccoli, infiniti, fori.."

Andrea Scappa [ "Echi ossei" - Roma - waiting for DNA 2013 ]


"[...] A scaldare e preparare gli occhi e l'animo degli spettatori è O | proiezione dell'architettura ossea del giovanissimo Nicola Galli. 16m² di superficie plastica :: 165.600 ∼ sfere :: 32 ∼ dm³ d'aria ermeticamente racchiusa per un concezione della danza mista fra geometria e ginnastica in cui fortissimo è il senso armonico del corpo e la sua padronanza. Un corpo sano che si esprime in un ambiente che diventa il suo riflesso. Un corpo demiurgo di nuove ed estetiche traiettorie e linee che creano teoremi perfetti."

Giovanni Bertuccio [ www.whipart.it ]

Nicola Galli

Nicola Galli