The Post-Material Archive 01
The Post-Material Archive 01 è un’installazione che sfida la visione antropocentrica della materia. Parte di una più ampia ricerca personale
ispirata al neo- materialismo, l’opera pone la scultura e i suoi processi come campo di negoziazione tra l’intenzione umana e la resistenza della materia.
L’installazione intreccia elementi organici e industriali, suggerendo nuove forme di immaginazione materiale.
Il progetto invita a riflettere su come gli oggetti complessi, in particolare componenti urbani e industriali,
influenzino la nostra percezione, mettendo in discussione l’eccesso tecnico-produttivo. Alla base vi è una visione diffrattiva:
nei punti di collisione tra materie tanto eterogenee quanto interconnesse emergono nuove ibridazioni che accolgono complessità e trasformazione.
Elisa Capucci (1998) è un’artista italiana attualmente residente a Copenaghen.
Ha conseguito la laurea magistrale in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, per poi frequentare
il Master in Fine Arts presso il Chelsea College of Arts di Londra.
Il suo lavoro si basa sulla scultura intesa come strumento neo-materialista per comprendere il mondo e le forze
socio-economiche che lo costituiscono, scolpendo le conseguenze generate dalla fusione tra organismi viventi e processi di industrializzazione.
Con la curatela di marte
ULTRAUMANO
concept, danza e coreografia: Nicola Galli
allestimento e luci: Margherita Dotta, Nicola Galli
dramaturg: Giulia Melandri
produzione: TIR Danza
ULTRAUMANO è una performance continuativa site-specific nella quale un corpo solitario esplora una cavità buia e terrosa in una
dimensione temporale dilatata, per far emergere abilità sensoriali e cognitive degli esseri viventi e portare alla luce un ecosistema invisibile
impegnato in un complesso processo di costante connessione, scambio e trasformazione della materia.
Il pubblico è invitato ad abitare lo spazio della performance, a sostare per un tempo non predefinito, a contemplare gli anfratti, le pieghe e le apparizioni.
Le molteplici attivazioni sensoriali generate dal movimento del corpo, dal suono, dalla luce e dall’odore propongono un inedito
ordine di percezione e aprono a riflessioni sull’invisibile, sull’oscurità e sul mistero della natura. ultraumano è un’azione di messa
in discussione del punto di vista umano quale sapere dominante e un esercizio di immaginazione verso un nuovo equilibrio tra umano e natura.
Nicola Galli (1990, Italia) si occupa di ricerca corporea ed è coreografo, danzatore, light e costume designer.
Il suo lavoro abbraccia un orizzonte scenico trasversale, nel quale il corpo diviene il centro irradiante di un discorso
artistico che si sostanzia in una sensibilità scenica votata all'esplorazione del movimento come panorama ibrido di saperi.
Dal 2014 è artista sostenuto dall'organismo di produzione TIR Danza.
Nel 2018 vince il premio "Danza & Danza" come miglior coreografo emergente.
Ritual V – The Power of Fragility
Ritual V – The Power of Fragility È un rito sussurrato, che celebra la fragilità come forza silenziosa.
E' un progetto artistico che esplora la vulnerabilità e la lentezza come strumenti radicali di resistenza e trasformazione, in un mondo dominato dalla forza,
dalla velocità e dal consumo. In questo nuovo capitolo della serie Ritual, l’opera prende vita come un’installazione site-specific e un’esperienza performativa,
capace di attivare nello spettatore una riflessione profonda sul valore della vulnerabilità.
Un progetto in continua metamorfosi, che muta forma a seconda delle città che lo ospitano — in questo caso Ravenna, città in cui l’artista attualmente risiede.
Il lavoro si radica nel contesto unico del luogo: la sua natura, la sua architettura, la sua storia. È proprio da questo incontro che nasce un’esperienza sensoriale,
che invita il pubblico a confrontarsi con la tensione tra resistenza e rottura, tra ciò che si rivela e ciò che resta invisibile.
Al centro del progetto si colloca il delicato equilibrio tra l’essere umano, la natura selvaggia dei dintorni di Ravenna, e gli oggetti utilizzati in scena — vetri,
nastri magnetici, la voce stessa — materiali fragili che diventano strumenti di narrazione e risonanza.
Ritual V è un invito a riscrivere la fragilità, riconoscendola come una forza rigenerativa, poetica e rivoluzionaria. Un rituale contemporaneo che si muove tra
il visibile e l’invisibile, trasformando la fragilità in potere e connessione.
Alos, alias Stefania Pedretti (Vigevano, 1976), vive a Ravenna. Musicista e performer attiva dal 1998, ha fondato OvO e Allun.
Ha suonato oltre mille concerti in tutto il mondo, muovendosi tra cultura underground e arte contemporanea. Dal 2003 sviluppa il progetto Alos,
dove unisce musica sperimentale, performance, arte visiva e ritualità . Ha collaborato con Markus Ohrn (Azdora 2015 - 2024) e ha curato
Santarcangelo Festival (2017–2019).
Turbolenze notturne
Cos’è sogno, cos’è realtà?
Da questa domanda nasce Turbolenze notturne, un progetto ancora in trasformazione che esplora il sogno, fragile e potente,
e spesso così difficile da afferrare nel suo essere sospeso e senza tempo. Cercando di catturarlo e trasformarlo in musica, nascono queste 5 tracce:
Nightmare cerca di dare voce alle paure, dando loro suoni e parole, mentre Let me sleep esplora i pensieri intrusivi che affollano la mente prima del sonno.
Con Who is the king of dream? c’è un dialogo con Morfeo, il re dei sogni, ispirato da miti e fumetti e In This dream danzo nel sogno lucido. Wake up è un
risveglio gentile, una rinascita.
La complessità della realtà cerca una sua semplificazione ogni volta che può, Turbolenze notturne diventa così per me un modo per interpretarla attraverso
i sogni. Spero che chi ascolterà possa trovare una personale connessione tra la propria realtà e l’inconscio.
Francesca Valente Ciao sono Francesca! Sono una designer e vivo a Bologna. La passione per la musica mi ha portata a creare
questo progettino in solitaria, con lo pseudonimo di Mantragoola. Nei miei lavori più personali, dal disegno alla musica, sono finita sempre ad indagare,
in un modo o nell’altro, la sfera dell’inconscio. Adoro non sapere a cosa porterà un processo creativo, come questo progetto che è stato
il risultato di un viaggio attraverso suoni e flussi di coscienza.
Con la curatela di Norma APS nel contesto del progetto VISIBILE